Ha quasi cinquecento anni, la Confraternita della Misericordia di Portoferraio, ma non li dimostra, a giudicare la mole di lavoro che svolge nei settori della pubblica assistenza, della protezione civile e di sostegno alle persone indigenti. Se potessimo astrarre dalle dinamiche della società moderna, si potrebbe sostenere che le opere di carità cristiana caratteristiche della pia Istituzione hanno una straordinaria continuità con l’attività assistenziale esercitata nei secoli passati.
Fu fondata nel 1566, ed erano appena state costruite le poderose mura della città di Cosimo: un gruppo di cittadini che ricoprivano importanti cariche civili e militari si preoccupò di portare conforto religioso e di curare gli infermi, ma anche di aiutare i più poveri.
Il primo statuto ci ha tramandato i nomi dei benemeriti fondatori: “Il magnifico signore Giovanni Battista dei Medici, di Firenze, commissario granducale; lo strenuo capitano Ballotta di Perugia; l’eccellentissimo medico Antonio Farsetti di Massa Carrara; Luca Puciatti, camerlengo; ser Rocco da Cassina; Giulio Indovinelli di Marciana; Niccolò Del Garbo di Firenze; Biasino da Rio; Giuliano De Domenico da Camerino; Martinozzo da Perugina; Giovanni Paolo Cipriani di Monte Picieni”.
Le funzioni religiose furono celebrate nel Duomo fino al 1677, quando fu costruita la chiesa attuale con annesso un ospedale civile che curava gratuitamente gli ammalati indigenti.
La cappella della Madonna del Loreto fu invece edificata nel 1746 e, pochi anni dopo, furono solennemente consegnate alla Misericordia le reliquie di San Cristino martire, divenuto Patrono della città nel 1765. La festa del Patrono si celebra il 29 aprile; solo nel 1814 essa fu ritardata di un mese per consentire la partecipazione di Napoleone, che assistè ai festeggiamenti con tutta la sua corte e “fu devotissimo alla Messa”.
Per legato del principe Demidoff (1852) ogni anno, il 5 maggio, viene celebrato un ufficio funebre in suffragio dell’anima dell’imperatore, con la partecipazione delle autorità civili e militari.
Lo stesso principe donò alla Confraternita la prima copia in bronzo della maschera di Napoleone rilevata dal medico Antonmarchi a Sant’Elena ed un artistico catafalco simile a quello che conserva le ceneri del condottiero corso agli “Invalidi” di Parigi, mentre il calco della mano, sempre in bronzo, fu donato dal Musée de l’Armée nel 1929.
Questi cimeli, insieme con altre preziose opere d’arte, sono attualmente conservate nel piccolo museo attiguo alla chiesa.
Con decreto di S.S. Pio XI°, il 24novembre 1922 il sodalizio veniva elevato ad Arciconfraternita.
Il rispetto delle tradizioni e l’amore verso il prossimo sono impegni costanti della Misericordia che si è distinta in ogni tipo di calamità abbattutasi sulla popolazione di Portoferraio. Sono scolpite nella memoria storica della città le instancabili opere di carità dei confratelli il occasione dell’epidemia colerica del 1855 e della “febbre spagnola” del 1918, che sono valsi alla Misericordia riconoscimenti come la medaglia d’argento al merito della sanità pubblica.
Altra importante realizzazione della Confraternita è stata, nel 1861, la costruzione del Cimitero Monumentale, recentemente restaurato ed oggetto di costanti attenzioni da parte del magistrato, ma anche di diversi soci che hanno contribuito alle spese di recupero.
Innovazione tecnologica e conservazione dei valori cristiani sono principi inderogabili: i mezzi di soccorso e di protezione civile osservano i canoni delle strumentazioni più evolute, ma la Misericordia di Portoferraio conserva ancora le antiche memorie e tutela con rigore il patrimonio storico-monumentale ereditato dai Padri Fondatori.
“Articolo scritto da Umberto Gentini il 20 Agosto 2009”